Risposte alle domande più comuni
Numerose leucemie e anemie sono curate da tempo esclusivamente con le cellule staminali, in altri casi le cellule staminali servono da rinforzo a terapie diverse e moltissime altre patologie sono oggetto di ricerca.
Le cellule staminali del sangue sono già largamente utilizzate per la cura di malattie legate al sangue come leucemie, anemie, alcune malattie ereditarie e alcuni tipi di tumori. Quelle estratte dal tessuto del cordone ombelicale hanno la potenzialità di rigenerare diversi tipi di tessuti, non soltanto quelli del sangue, e sono oggetto di studio costante per la ricerca medica.
Al momento della conservazione, una piccolissima quantità di cellule staminali viene stoccata nel tappo-contenitore con cui viene sigillata la provetta. Nel caso in cui un membro della famiglia necessiti delle cellule staminali, sarà possibile determinare la sua compatibilità analizzando questa piccola quantità senza dover ricorrere allo scongelamento dell'intero campione. Per fratelli e sorelle la probabilità di trovare una compatibilità è del 25%, per i genitori è del 12,5%
No, la procedura non è invasiva, non presenta alcun pericolo ed è totalmente indolore sia per la madre, sia per il bambino. Al momento del prelievo, al bambino è già stato reciso il cordone ombelicale e la madre non percepisce nulla.
A partire dai 30 giorni antecedenti la data presunta del parto é obbligatorio effettuare i seguenti esami su siero materno: Epatite B o HBV (HBsAb, HBeAg, HBeAb, HBcAb, HBSAg), anticorpi Epatite C o HCV, anticorpi HIV 1 e 2. In caso di positività a uno o più di questi anticorpi, nella maggior parte dei casi, la raccolta del sangue cordonale non può essere effettuata.
Esistono anche rari casi in cui in sala parto non è possibile effettuare la raccolta: il personale medico naturalmente ha come primo obiettivo la tutela della vita e delle condizioni di salute del bambino e della mamma, dunque si possono verificare situazioni in cui la raccolta del sangue e del cordone passano in secondo piano.